Primo storico scudetto per i giallorossi
Roma caput mundi nel C11. Napoli campione C7
Il Napoli C7 campione negli anni
dispari
di
Massimo de Iorio e Gaetano Trapanese
Gruppo Facebook:
Campionato Nazionale di Calcio Ordini Ingegneri.
21 Settembre 2017 -
Scusate il ritardo! Questa battuta, mutuata da uno storico film
del compianto Massimo Troisi, sintetizza al meglio l'esito dei
XXVI campionati italiani di calcio ingegneri, svoltisi a Perugia
dal 7 al 10 Settembre, e che hanno visto trionfare l'Ordine di
Roma, al suo primo titolo, nel calcio a 11, e l'Ordine di
Napoli, nel calcio a 7. Lo scusate il ritardi unisce l'attesa e
la gioia per lo scudetto della Roma e la napoletanità che ha
prevalso nel C7.
Questa edizione del Torneo
verrà senz’altro ricordata per la prima vittoria in questa
manifestazione da parte della squadra che rappresenta Roma.
L’ordine degli ingegneri di Roma è quello che annovera il
maggior numero di iscritti non solo d’Italia, ma anche d’Europa,
per cui stupiva l’assenza della Capitale dall’Albo d’oro. La
squadra capitolina non è tra quelle che sono state sempre
presenti fin dalla prima edizione di questo campionato, ma, a
partire dalla sua prima partecipazione, esattamente venti anni
fa, non è mai più mancata. Le prime apparizioni sono impresse
nei ricordi dei partecipanti più per le goliardiche serate in
compagnia che per le prestazioni sportive; però, lo stimolo
costituito dalla platea nazionale indusse gli ingegneri
pallonari romani ad organizzarsi durante la stagione invernale
per migliorare anche le prestazioni tecniche, oltre quelle
gastronomiche.
La qualificazione alla fase
finale dell'edizione svoltasi a Treviso nel 2006 restò un caso
isolato fino all'edizione 2010; a Torino, non solo pervenne la
qualificazione alla fase finale, ma, addirittura, venne
raggiunta la qualificazione alla semifinale, dove giunse la
sconfitta contro Napoli. Questa edizione, con due sconfitte
subite da Napoli, una nel girone di qualificazione e l’altra in
semifinale, segnò l’inizio di questo splendido confronto
sportivo tra Napoli e Roma che sta caratterizzando i campionati
di questo decennio. Da quell'anno in poi, Roma conquista
regolarmente la qualificazione alla fase finale.
Il 2013 costituisce senza
dubbio un punto di svolta. A marzo le elezioni del consiglio
dell’ordine sanciscono il rinnovo della compagine alla sua
guida; il nuovo direttivo deve immediatamente prendere in mano
anche il dossier calcio. La presidente Carla Cappiello delega i
consiglieri Lorenzo Quaresima, che è stato presidente di una
squadra di calcio che è pervenuta fino alla serie D, e Giorgio
Mancurti, con un passato nei campionati federali di categoria,
alla gestione delle attività sportive dell’ordine. I risultati
sono immediati: qualificazione alla fase finale, qualificazione
alla semifinale, contro Napoli sconfitta ai rigori, e disputa
della prima storica finale, persa con Ancona. Dopo la non
felicissima partecipazione a Caserta 2014 e con due anni di
esperienza, i due consiglieri Quaresima e Mancurti capiscono che
per affermarsi in questo campionato occorre un nuovo approccio;
la guida tecnica della squadra viene affidata cosi all'ing.
Nicola Dinnella. A Venezia 2015 prima posizione nel girone di
qualificazione, prima posizione nel girone dei quarti di finale
e un dejà vu: semifinale contro Napoli. Stavolta, la partita è
vinta dai partenopei, ma la sensazione che la strada intrapresa
sia quella giusta, rimane. Compreso che per raggiungere i
traguardi più alti occorre gettare il cuore oltre l’ostacolo,
viene iscritta la squadra dell’ordine anche al campionato di
terza categoria 2015/2016; insieme ai primi risultati positivi,
arriva anche un gradito premio: l’invito alla Champions delle
professioni 2015. L’entusiasmo con il quale viene accolta questa
opportunità, viene trasferito anche in campo, per cui arriva
anche il prestigioso titolo di campioni d’Italia delle
professioni. Una dignitosa partecipazione al campionato di terza
categoria è il preludio alla nuova edizione del campionato
nazionale di Palermo 2016. La prestazione del girone di
qualificazione è inferiore alle attese; la sconfitta contro
Cagliari (futuri campioni d’Italia), relega Roma ad una seconda
posizione che la incrocia nella griglia degli ottavi di finale
contro Napoli. La partita ad eliminazione diretta si risolve
solo ai rigori che, con un’alternanza da infarto, assegnano la
qualificazione a Napoli. La delusione è talmente tanta che
seguono altre tre sconfitte, relegando Roma solo alla sedicesima
posizione.
Analizzati gli errori
commessi, viene dato nuovo impulso all’attività calcistica
invernale, compiendo il salto in seconda categoria, al fine di
attrarre un maggior numero di colleghi a giocare insieme tutto
l’anno. Inoltre, Nicola Dinnella viene spinto a seguire il corso
per allenatore UEFA B, onde accrescere la propria competenza
nella preparazione e nella gestione della squadra. La conferma
del titolo nella Champions delle professioni e la salvezza
conquistata sul campo nel campionato di seconda categoria sono i
primi segnali di una stagione positiva.
Dopo la brillante
qualificazione a punteggio pieno nel girone di qualificazione a
Perugia, la gara degli ottavi di finale contro Arezzo si rileva
più agevole del previsto, con un 5 a 1 che non lascia spazio a
dubbi. Il quarto di finale è contro Salerno è una partita al
cardiopalma; Roma va due volte in vantaggio e viene due volte
raggiunta con calci di punizione dal limite. Saranno i rigori a
decidere chi accede alla semifinale; il portiere capitolino para
due dei tre rigori calciatigli contro, mentre i suoi compagni
sono infallibili dagli 11 m. Il 6 a 3 finale ai rigori regala a
Roma la rivincita della finale 2013 contro Ancona. La partita è
molto combattuta; l’inziale predominio marchigiano pian piano si
affievolisce, lasciando spazio agli attacchi romani sempre più
pungenti. Solo nel secondo tempo, però, Roma trova la via della
rete, con ficcanti contropiede finalizzati da Emanuele Pampana e
Alessio Paulizzi.
Il 2 a 0 dischiude le porte
della finale contro un avversario ben noto: Napoli. I due volte
campioni d’Italia partenopei sono più avvezzi dei colleghi
capitolini a disputare questo tipo di incontri (7 finali
conquistate negli ultimi 14 anni ma solo 2 vinte) e sul
bellissimo campo di Solomeo, realizzato dal noto imprenditore
perugino del cashmere, Brunello Cucinelli, prendono agevolmente
il sopravvento nella finale, complice anche il vento favorevole.
Nonostante il predominio territoriale e alcune favorevoli
opportunità, i napoletani non riescono a raggiungere il
vantaggio e, gradualmente, l’intensità delle loro giocate perde
consistenza; dopo il cambio di campo, il vento, ora favorevole
ai romani, agevola gli attacchi giallorossi, che si rendono, a
loro volta, molto pericolosi, ma senza trovare la via della
rete. I tempi regolamentari si chiudono, quindi, con un nulla di
fatto. Nei supplementari, Roma sembra avere qualcosa in più, ma
senza riuscire a sfondare la difesa azzurra, per l’occasione in
maglia bianca; nel secondo tempo supplementare l’espulsione per
fallo su un avversario lanciato a rete di Marco Alonzi, regala
la superiorità numerica al Napoli, che così ottiene una buona
occasione da rete a pochi passi dalla rete, rimpallata, però, da
Emanuele Zaccaria, che si immola per respingere il tiro a colpo
sicuro dell’attaccante napoletano. Ad un paio di minuti dalla
fine, Roma segna una rete di testa con Giuseppe Carcello, che
viene però annullata per fuorigioco; l’assenza della VAR lascia
intatti i dubbi sulla liceità della chiamata arbitrale.
L’assegnazione del titolo passa, dunque, attraverso i calci di
rigore. Le due parate di Mario Biasiotti sui primi tiri dal
dischetto dei napoletani vengono vanificate dai tiri respinti
dall’estremo difensore avversario di Diego Tessicini e Giuseppe
Carcello; la serie dei cinque rigori si chiude, quindi, in
parità sul 3 a 3. Si procede ad oltranza: sul dischetto si
presenta il numero 2 del Napoli, il cui tiro è alto. Il compito
delicato dell’ultimo tiro ricade, così, sulle spalle di Marco
Dosa, già capocannoniere in Champions due anni fa; il capitano
degli ingegneri romani, che in questa edizione, per colpa del
tempo, non ha avuto un ruolo da protagonista, può prendere lo
spazio di gloria che si è meritato nel corso degli anni e
chiudere il cerchio. Il suo sinistro non tradisce: è l’apoteosi
tra le file romane, che si completa con il titolo di
capocannoniere del campionato assegnato al centravanti titolare
di Roma, Giovanni dell’Aguzzo, mentre il riconoscimento come
miglior portiere va a Ciro Criscuolo del Napoli.
Il Bari conquista la Coppa
Italia battendo, nella finale che ha fatto da preludio a
Roma-Napoli, L'Aquila per 3-0. Con questa affermazione la
squadra di Vincenzo Di Salvatore conquista il primo trofeo a
livello nazionale della sua storia e pone tanti interrogativi su
dove sarebbero potuti arrivare i galletti nel caso la sorte gli
avesse arriso nell'ottavo di finale contro il Napoli, deciso da
un episodio.
Nel calcio a 7, come detto,
affermazione per il Napoli. Nella pallanuoto esiste una squadra
leggendaria che, negli anni '70, interruppe il predominio della
Pro Recco (9 scudetti consecutivi): la Canottieri Napoli. Quella
squadra vince i titoli italiani negli anni '73, '77, '75 e '79 e
passò alla storia come la squadra degli scudetti negli anni
dispari. Il Napoli C7 di mister Giuliano Esposito può
avvicinarsi, nel paragone, alla Canottieri Napoli, avendo vinto
lo scudetto '13, '15 e '17 (e perso na finale nel '14 e nel
'16).
Terzo scudetto, quindi ,
per i partenopei, che concludono nel migliore dei modi una
cavalcata trinfale iniziata a Giugno e conclusa a Settembre dopo
un play-off da manuale.
Nei Quarti di finale
capitan Caiazzo e compagni hanno superato i colleghi di ROma per
6-4, dopo una gara iniiziata nel migliore dei modi ma conclusa
con affanno per via del due gol in inferiorità numerica messi a
segno dai giallorossi. Nella semifinale contro l'Ancona, che
giungeva per la prima volta nella sua storia a questo traguardo
nel C7, mister Esposito calava subito tutti i suoi assi nella
manica e regolava i marchigiano con un perentorio 5-1.
La finale contro Potenza
era la riedizione della finale dello scorso anno. Come tutte le
finali è molto combattuta e, alla fin, vede trionfare i
partenopei per 3-1.
Nel tabellone per la Coppa
Italia, è il Catania ad alzare il trofeo, grazie alla vittoria
per 4-3 nella finale contro Roma. Bonaccorsi il match winner
autore di tutte le reti degli etnei.
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