Gli azzurri si impongono in una finale al
cardiopalma su Ancona
Napoli e Cagliari: godetevi questo scudetto!
I sardi travolgono Napoli in
finale e fanno loro il secondo titolo in tre anni
di
Gaetano Trapanese
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15 Settembre 2014 - Lo
scudetto ama il mare. Lo avevamo scritto lo scorso anno, quando
Ancona e Napoli over 40 lo avevano conquistato, lo ribadiamo con
ancor maggiore enfasi oggi, che Napoli e Cagliari over 40 hanno
cucito sul petto il triangolino tricolore, al culmine di un
torneo bello, avvincente e ricco di colpi di scena, intitolato
alla memoria del compianto Nino Romeo, tra i suoi padri
fondatori.
Nel calcio il Napoli, come
detto, conquista il secondo scudetto della sua storia (ad
Agrigento nel 2007 il primo) e lo fa dopo un percorso nella
seconda fase non facile, per merito delle avversarie del proprio
girone. Nel Gruppo B, infatti, il Napoli dopo aver battuto con
fatica gli ostici colleghi di Forli Cesena, guidati da Enrico
Biguzzi, hanno pareggiato a reti bianche con il Torino di Mauro
Michelucci e si sono trovati nell'ultimo e decisivo match a
dover battere il PAlermo di Rocco Ranieri. Fino a 5' dal termine
della partita il Napoli era eliminato, mentre il Torino era
dentro, e solo un gol allo scadere del capitano del Napoli ha
regalato ai suoi il pass per la semifinale e al Torino la beffa
di uscire da imbattuti.
Negli altri gironi,
Firenze, che avrebbe poi affrontato poi il Napoli in semifinale,
ha dato prova di grande compattezza, confermando le voci che la
davano molto più forte degli anni scorsi. I viola, infatti,
hanno centrato la qualificazione dopo sue sole giornate, andando
a battere la favorita Roma e successivamente Macerata, e
permettendosi, a qualificazione avvenuta, di far riposare i
migliori nell'ultima gara contro il Catanzaro. Plauso unanime
per i calabresi che segnalano al Giudice Sportivo la squalifica
per cumulo di ammonizioni di un proprio calciatore (Filandro,
uno dei centrali più forti del Torneo), nonostante la squalifica
non sia riportata sul Comunicato Ufficiale.
Nel gruppo A Ancona chiude
a punteggio pieno ma suda le proverbiali sette camicie
nell'ultima gara contro Salerno. Dopo aver sconfitto Arezzo e
Bari, infatti, i campioni uscenti dovevano non perdere contro la
formazione di Mario Ricciardi, che però chiudeva il primo tempo
in vantaggio di una rete. Un errore della difesa campana
spianava la strada alla rimonta marchigiana nella ripresa, con
il match che si chiudeva sul 3-1 per i biancorossi.
L'ultima semifinalista è
stata L'Aquila, che ha chiuso anch'essa a punteggio pieno il
proprio girone, grazie alle vittorie contro Latina, Potenza e
soprattutto Messina. L'undici di mister Angelosante è arrivata a
giocarsi la qualificazione contro i siciliani, autentica
rivelazione della manifestazione, alla terza giornata, con
entrambe le squadre appaiate a 6 punti. LA maggiore esperienza
degli abruzzesi, più avvezzi a gare da dentro o fuori rispetto
ai siciliani, ha spianato la strada per la semifinale.
Nelle semifinali si sono
affrontate, come detto Ancona-L'Aquila e Napoli-Firenze. La
prima semifinale è stata molto equilibrata e combattuta. Ancona
è riuscita a rendersi pericolosa in occasione di un paio di
amnesie difensive abruzzesi, mentre gli aquilani hanno impostato
la gara sulle veloci ripartenze a sinistra, tutte passate sui
piedi fatati di Federico Buttazzo. Al termine dei tempi
regolamentari e di quelli supplementari, con l'equilibrio che
regnava sovrano e con le reti ancora inviolate, la maggiore
freddezza dei campioni in carica ha consentito loro di mettere a
segno tutti e 5 i rigori, mentre L'Aquila ne ha falliti 2.
NApoli-FIrenze è stata una
partita caratterizzata dall'eurogol alla Del Piero di Salvatore
Acampora, assessore al turismo e sport nel comune di Agerola
(NA), in avvio di gara, che ha consentito al Napoli di tirare i
remi in barca a difesa del vantaggio, controllando le sfuriate
viola e sfruttando le veloci ripartenze dei suoi attaccanti.
Firenze ha dato fondo a tutte le proprie energie, peccando di
lucidità negli ultimi 16 metri. Nel finale di gara, con Firenze
che attaccava a pieno organico, due micidiali contropiedi
napoletani sono stati finalizzati da Aloi e De Martino, che
hanno chiuso il match sul 3-0.
La finale scudetto,
Napoli-Ancona, preceduta dal commovente inno di Mameli è stata
la degna conclusione di un torneo bello e con un elevato tasso
tecnico, tra due squadre che, per quello visto in campo,
avrebbero meritato entrambi lo scudetto. Napoli, così come nella
semifinale contro Firenze, ha la fortuna (e il merito) di
passare quasi in avvio, grazie ad Attilio Panico, al primo gol
nella manifestazione. Ancona non si scompone dopo lo svantaggio
e prosegue nel suo imbastire gioco, fedele ai dettami tattici di
mister Maurizio Morsucci, il cui credo è "non buttarla mai". Ancona,
così, staziona stabilmente nella metà campo avversaria, ma Dubbini e Turchi sono ben controllati dai centrali Angieri e
Picciau, mentre Angelo Grilli, il Romario del Conero, non è
brillante come nelle precedenti partite. Passano i minuti e
anche il gigante buono Cecconi getta l'ancora nell'area di
rigore del Napoli, ed al termine dell'ultimo minuto di recupero,
quando anche il più scaramantico dei tifosi partenopei ha ormai
tirato fuori lo champagne dalla ghiacciaia, l'Ancona trova un
calcio di rigore che è trasformato da capitan Berluti, che
dimostra di avere ghiaccio nelle vene. Nei tempi supplementari
l'inerzia del match è tutta per Ancona, tuttavia in un raro
capovolgimento di fronte una percussione dalla sinistra di
Acampora termina con il suo atterramento e il conseguente calcio
di rigore. Lo stesso Acampora si presenta dagli 11 metri e
trafigge l'incolpevole Emili. Gli ultimi minuti della finale
sono un assalto all'arma bianca di Ancona che, però, non trova
la zampata vincente.
Al triplice fischio esplode
la gioia dei giocatori napoletani, riassunta nella parole
di capitan Gaetano Trapanese: "Abbiamo vinto questo scudetto
giocando contro una squadra che, a mio giudizio, ci era
superiore per tasso tecnico e tattico; tuttavia abbiamo gettato
tutti il cuore oltre l'ostacolo, come una vera squadra, e mi
piace pensare che l'energia per farlo ci sia arrivata dal
pensiero che un nostro compagno di squadra, un nostro amico,
avrebbe voluto essere qui con noi a Caserta, ma sta combattendo
da Aprile contro una malattia bastarda. A lui è dedicato questo
scudetto. Questo scudetto è per Frank!!! ". Anche l'allenatore
campione d'Italia, Luciano Vinci, ha delle dediche da
fare:"Ringrazio tutti i ragazzi ma soprattutto l'Ordine di
Napoli e mio cugino Luigi Vinci, il presidente, per il supporto
che ci ha sempre dato".
Il Comitato Organizzatore
ha eletto Angelo Grilli (Ancona) e Salvatore Acampora (Napoli)
migliori giocatori del torneo ex aequo.
Nel calcio a sette over 40
i due gironi eliminatori hanno promosso alla finale scudetto
NApoli e Cagliari. I partenopei di mister Esposito hanno avuto
ragione dapprima del Palermo, cui va un applauso per aver
disputato tutte e tre le partite con soli 7 effettivi in
distinta, e poi del Bari di mister Nico Ventura, arrivando, così
a giocarsi la qualificazione nell'ultimo e decisivo match contro
Roma. Al termine di una partita accesa e molto nervosa i
partenopei hanno prevalso per 3-2, guadagnandosi l'accesso alla
finale scudetto.
Nel Girone 2, il Cagliari
dopo aver travolto dapprima i padroni di casa di Caserta del
portierone Clemente de Lucia e poi l'Arezzo di Gianni Stolzuoli,
lo Jascin dei Monto Rognosi, si è giocata la qualificazione
contro i vicecampioni in carica del Lecce, guidato da Gianfranco
Sergi. Al termina di una gara molto combattuta, gli isolani sono
riusciti a portare a casa il pareggio (2-2) che è valso loro il
pass per la finale e ai pugliesi i complimenti degli addetti ai
lavori per il bel gioco espresso.
La finale scudetto è stata
senza storia, con il Cagliari da subito protagonista e abile a
sfruttare gli errori dei napoletani, campioni uscenti. La prima
frazione di gioco si è conclusa sul 3-0 per gli isolani, che
nella ripresa hanno arrotondato fino al 5-0, riportando per la
seconda volta in tre anni lo scudetto over 40 a Cagliari.
Beppe Garau, allenatore del
Cagliari, dedica il titolo a Gianni Massa: "Anche se i più
maligni dicono che abbiamo vinto lo scudetto perchè Gianni era
assente (per la prima volta dal 1993), io che non è così e so
che devo a lui il supporto per aver creato un gruppo così bello
e così coeso. Festeggeremo il titolo allo Yachting CLub di
Cagliari la prossima settimana".
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